Circles

Perfetti . Infallibili

C’è troppo buio qui dentro.

(Digression mode on)

La violenza chiusa in noi guida criminali gesti che sul corpo liberiamo, quasi fosse tela da dipingere. Ci vogliamo opere d’arte qui da appendere nel mediocielo di una stanza riordinata alla rinfusa. Tu, mano di pittore con la grazia di un carnefice, perfetta ed impeccabile. Un colpo ancora. Io, serro forte il pugno e dico posso farcela e ti guardo miro e affondo senza grazia. Ti sento scendere e abbassarti. Hai gli occhi lucidi. Che cazzo ho fatto. Non preoccuparti. Era perfetto. Non basta mai. Non basta mai. Torna a riprendermi. C’è troppo buio qui dentro.

(Digression mode off)

Circles. Perfetti, infallibili.

Questo nastro sempre in play nella testa.

I.n.c.o.s.c.i.e.n.t.e.

Mai un “no” su questa bocca.

La tanto ricercata colpevolezza.

Proviamo a dissolverla.

Generando spasimi innocenti.

(Gloomy mode on)

Ho allungato la mano cercandoti viso. Volendoti corpo. Ricordandoti sogno. Quelle mani. Meritavano tutto. Solo un tocco. Poi nient’altro. Solo quello. Meritavano tutto. Poi l’ho fatto. Con le dita l’ho scritto. Mi manchi. Non sono in grado di distinguere lo stato in cui mi trovo. Se sono faccia a terra oppure volo troppo in alto. Non c’è equilibrio qui dentro. Solo vertigine in volo. Torna a riprendermi. Mi manchi. Ci fosse un modo per dirtelo. Inventassero elettrodi da attaccare alle tempie e trasferire gli impulsi. I pensieri più intensi. Ci fosse un modo per dirtelo. Mi manchi. Per gridartelo dentro. Mi manchi.

(Gloomy mode off)

Ritornerai.

Perché i ritorni son cerchi perfetti e infallibili che girano in spire concentriche intorno a noi. Prede d’incastri e combinazioni invisibili che ci riuniscono per poi dividerci ancora. Chi sono io per spezzare la ruota che gira magnifica oltre le stelle di cieli inviolabili. Ritorneremo dopo aver perso la strada. Ritornerai.

(Hopeless mode on)

Nel buio un respiro disteso su un letto vestito di ombra che sporca un po’ gli occhi. Annebbia la vista. Illude un po’ il cuore. Quanto vorrei. Ritrovarti. Aspettarti sapendo che tornerai. Notte fonda e mi manchi. Buio fitto e mi manchi. Amore per sempre una luce senza speranza che non brillerà. Amore per sempre illusione ed un fiore reciso nel gambo che non sboccerà. Questo volto che porto vorrebbe rubare i tuoi occhi. Catturarti. Queste mani che muovo vorrebbero solo toccarti. Trasformarti. Ridipingere tutto da capo in un quadro perfetto. Dove tu eri diverso. Dove io ero quello speciale. Questa voglia di piangere. Questa dolce ossessione di averti vicino al mio cuore per sempre. Ossessiva visione in cui ti osservo al mio fianco. Quest’assurda incoscienza. Quest’involucro d’anima lacerato da un bacio rubato e da qualche carezza. Questa musica altissima sempre in play nella testa. Iniettartela in vena. Questo vorrei. Poi guardarti negli occhi. Poi guardarti disciogliere in lacrime come un bambino. Di dolcezza che scoppia nel cuore ed infonde sul viso speranza. Questo vorrei. Cancellare ogni macchia. Ripulirti da dentro. Cancellare lo sdegno. Tornare a crederci ancora. Questo vorrei. Aspettarti sapendo che ci sarai. Avere quel dono. Di reinventarti da capo. Trasformarti in qualcosa di immenso e magnifico. Riportarti per mano all’origine, quando i sogni esistevano ancora. Farti chiudere gli occhi e poi dirti soltanto respira. Con me.

(Hopeless mode off)

Chiuso oltre un vetro oltre il quale ci osservo brillare nel sogno. Vacillare nell’ombra. Chiuso qui dentro. Ogni sguardo una stilla di luce tremenda che goccia in quest’anima cieca di troppa visione (malata e corrotta). L’impotenza in cui vibro e mi muovo (nello spazio antistante decine di corpi rifletto). Quest’inferno in cui vivo (da sempre). Sempre in scena. Queste luci sparate sul dorso (da sempre). Sempre in fuga queste ali (da sempre). Sempre grandi e magnifiche. Sempre in scena (da sempre). Vieni a riprendermi.

Uno scatto. Improvviso. Inatteso. Non visto. Questo flash che per un attimo illumina tutto. Ci sorprende nel buio. Come spettri nell’ombra. Io al centro del tutto. Con in mano il mio Cuba. Un beffardo disegno. Ci connette nel sogno. Fra la folla quei visi. Fra la folla quel volto. Io. Un angelo nero smarrito nel limbo.

Accendi una favola sul mio viso. Una che scivoli lenta e dolcissima. Goccia a goccia in quest’anima cieca. Questo vortice in cui scivola tutto (da sempre). Nello spazio antistante decine di corpi rifletto. Mi dirigo simmetrico al centro della grande gabbia. Guardo intorno e mi muovo. Questo ritmo perfetto. Questa musica sempre in play nella testa. Vedo volti già visti nei cerchi di altri antichi inferni. Fra sussurri e parole sconnesse non riesco più a sentire niente. Questo vortice in play nella testa. Devo essermi perso (ancora una volta). Nel delirio di un attimo prolungato all’eterno di una notte imperfetta (vorrei fosse per sempre).

(Certo era diverso, fra le tue braccia).

Circles. Perfetti, infallibili.

Questo nastro sempre in play nella testa.

I.n.c.o.s.c.i.e.n.t.e.

Mai un “no” su questa bocca.

La tanto ricercata colpevolezza.

Proviamo a dissolverla.

Generando spasimi innocenti.