Quello che sono ha il mio nome.

Mese: Gennaio 2011

[Distorta Visione]

E’ nella mente la distorta visione. Sempre aggrappata a scoscesi picchi. Sempre in fuga dal qui e dall’ora. La distorta mente sempre in due campi si sposta. Nell’abisso del passato o nel burrone del domani. Con tutta se stessa s’oppone a star ferma. Ribelle. Distratta. Contorta ossessione. Non vuole controllo. S’oppone al presente. Privando l’essere di lucidità. Essa s’oppone alla nobile chiarezza che nel momento presente si cela. In questo modo più nulla esiste. Nessun tramonto appare maestoso. Nessun momento ha davvero importanza. Se non nel regno delle illusioni. Solo e soltanto l’attuale frangente nasconde saggezza. Questo straordinario flusso chiamato respiro che entra e che esce, silenzioso e potente, alla saggezza ci unisce.

[Solo il Silenzio mi Esalta]

Cose non dette. Domande non fatte. Che ognuno si chiuda nella propria ignoranza. Si serri il lucchetto della propria vergogna. Silenzio. Solo il silenzio mi esalta. Solo la spietata freddezza al bagliore conduce. Solo l’assenza è attendibile unità di misura. Solo l’ottusa distanza il valore degli altri rivela.

[Supplichevole Grido]

E ti cercavo. Mentre la strada davanti agli occhi s’inabissava. La dove nessun albero cresce, mentre il vento a me s’oppeneva. Affannando in me il respiro. Nella forza di uno strappato ritorno. Oscura nebbia in vortici spezzati. Leggera gelida e fonda. Disciolta neve sulle labbra. In questo grido riuscito. Solo l’immenso abbandono. Scrutando nelle stelle la tua figura sottile. Il misticismo angelico che la tua forma riveste. Quest’alienato mio supplichevole grido, ti chiede: Dove sei?

[Che cosa vedi?]

Lingua. Serpente. Rabbia. Viscida. Contorto. Muscolo. Contratta. Immonda. Lurida. Spavento. Vetro. Buio. Strada. Non sento. Carne. Sangue. Immobile. Non vedo. Asfalto. Vomito. Distratto. Sguardo. Incontro. Panico. Battito. Acido. Di fianco. L’ombra tua. Identica. A quella che ho lasciato.

Che cosa vedi?

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