Quello che sono ha il mio nome.

Mese: Gennaio 2010

[Nudo]

Nudo. Mentre scivolo in anfratti che mi accolgono. Lasciandomi livido, e tumido. Per poi lungo il petto ridiscenderlo. Scosceso e gravido. Muovendo le sue mani in gesti ludici. Ritmici, e sincroni. Turgide. Le labbra mi accarezzano un po’ umide, e liquide.

Libero.

[Dietro a un Dito]

Non è male godersi il silenzio in un freddo che io definirei, siderale. Sono stati tutti così abili con le parole. A dipingere maschere che poi non avrebbero mai indossato. A vomitare concetti nei quali nemmeno loro credevano. Hanno voluto tutti un posto da protagonisti in mezzo al mio dolore. Un inchino. Cosa non si fa per l’esorcismo del rimorso. C’è chi ucciderebbe per un posto in prima fila in mezzo alla tragedia. Vittime del vizio. Lo spettacolo è finito. Non conosco nessuno. Ce la faccio anche da solo. Che restino lì dove sono. Nascosti dietro a un dito. A sbattere la faccia contro le sbarre del silenzio. Nella gabbia dell’ego. Fino a spaccarsi i denti. A considerare vera quella realtà artefatta che sempre li circonda. A rigonfiare vene. In difesa della misera realtà di vuoti manichini che da sempre li compenetra. intanto la pioggia continua a cadere. Al ritmo scrosciante di essa mi alzo e mi vesto. il giorno mi accoglie. La notte mi ingoia. Almeno lei è sincera. E scioglierà la loro tempera sporca. La fatiscente illusione di credersi veri.

Il tempo rivela.

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