Un nuovo atterraggio, di partenze assonnate. Fra scie di motori e meccaniche ali spiegate sul mare in un lento tramonto. E poi giù nelle nuvole. Negli occhi frammenti di vecchi colori, sapori di spezie ed esotici abbracci e le strette di mani. Lo Stare Miasto e le piazze fiabesche dove il tempo non scorre. All’ombra del Wawel dove draghi e guerrieri esistono ancora. Nella Rynek Glowny cammino distratto. Medioevali castelli mi abbracciano forte. Nelle orecchie un brano dei Massive Attack rallenta il mio passo. False Flags. La gente saluta e io loro sorrido. Percorrendo la Dietla fino alla calma del Vistola. Mentre ti cerco seduto sopra panchine dagli alberi avvolte. Col sole che picchia in faccia. Sapere il tuo nome. Questo vorrei. Rivederti ancora. Questo vorrei. Furtivamente incontrarti in un posto qualunque. Sapere il tuo nome. Questo vorrei. Fuori dai labirinti dell’inquieto esistere. Di un notturno underground senza fine. Dentro a un cruising sfrenato. Dove mai ci afferriamo. E una volta spinti fin dentro l’abbraccio, alla notte torniamo. In fondo io e te siamo simili. Destinati a vibrare nell’attimo in cui ci apparteniamo. Per poi svanire nel buio più fitto. Senza la scia di un ritorno.

Al mio nuovo mito.

Goodbye  Darek.