Non ho mai detto di essere uno facile. Tantomeno uno poco complesso. Ormai tu dovresti conoscermi meglio di chiunque altro, è a te che ho dato le mie chiavi d’accesso. Dovresti per esempio sapere che amo dare un significato ai miei gesti. Senza renderli necessariamente banali e scontati. Dovresti conoscere bene la profondità che ci metto. L’impegno. La natura emozionale dei miei intenti. Dovresti dunque sapere che io funziono al contrario. E non trattarmi come uno dei tanti. Rifilandomi scuse a basso costo o altre similari mediocrità. E dovresti conseguentemente valutare meglio le tue strategie. Contrapponendole a se stesse. Dovresti anche smettere di chiederti come faccio a sapere sempre tutto. Ad anticipare di ogni cosa il finale. L’evoluzione. A svelare sempre il trucco. E’ perché vivo di un sentire alterato. Di una percezione inumana. La mente acutissima proiettata sempre in avanti. Non stupirti se ti anticipo sempre. Certe volte sbaglio anch’io. Quando non mi ascolto.