Quello che sono ha il mio nome.

Mese: Luglio 2011

[Ruggito]

Le mie mani. I tuoi pensieri. Fiori che in un secondo si schiudono. Petali che ho lasciato nella fretta scivolare. In vortici lontani. Lampi negli occhi. Come preghiere che verso il mattino mi guidano. Io non esisto. Io non ti sento. Non c’è più niente qui dentro. Hanno rubato già tutto. Solo il mio vuoto rimane. Come un tamburo che batte. Cade uno sguardo nel tempo. Ero un bambino da solo lasciato dentro al giardino del mondo rovescio. Dentro agli specchi guardavo. Aggrappato a una veste strillavo affinché tutti i sogni mi appartenessero. C’erano orchi che ancora mi temono. Ricordo lunghi silenzi racchiusi dentro un cortile di cinta. Un abbandono lasciato dentro alle braccia del vento. Ed è così che ho imparato a volare. Scendendo forte da quel ponte in discesa che un castello sembrava. Un attimo prima eravamo bambini. Poi ci svegliammo già grandi. L’aria di colpo pareva più fitta. All’improvviso non si respirava. Tienimi sempre più forte le mani. I nostri segreti son figli del tempo. I nostri scrigni son fiabe nascoste. Di ogni illusione sappiamo il segreto. Anche se questo ci rende più soli. Nei nostri occhi il coraggio è un ruggito. Le nostre mani son soffi di vento. Nella mia notte che culla il tuo sguardo. Rimani.

 

[Fragili Interrogativi]

E puntualmente faccio i conti con giorni che non si riescono a dimenticare. Notti lunghe e piene di silenzi scandagliate da campane i cui rintocchi sono abissi. Tu mi guardi, pieno di fragili interrogativi, cercando di cullarmi fra carezze che non hanno una risposta. Io, incapace di ogni suono, sono un grido che da sempre cerco di riempire. Scusa se non sono all’altezza di dirti chi sono, di svelarti i segreti che porto. Nelle notti di luglio la quiete che ho dentro s’infrange. Sono un mare in tempesta. Un grido senza voce. Solo tu mi sei testimone.

 

I feel you. In every vein. In every beatin’ of my heart.

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