Quello che sono ha il mio nome.

Mese: Luglio 2010

[Non ho più Paura]

E dirle grazie non sarebbe abbastanza. Avrebbe un suono privo di accenti, sarebbe solo una parola muta. Maestro, nessuna parola sarebbe bastevole a spiegarle la gioia che sento. Per avermi letto come un libro aperto. Per avermi indicato la strada in questo labirinto in cui la mia storia si perde. La luminosità dei suoi occhi riflette il sole che ho davanti. Una luce potente sotto la quale ogni illusione si scioglie. Le sue mani giunte. La protezione che lei mi offre. E penso a quanto stupido è stato il mio tuffo nell’odio. A quante volte mi sono ubriacato col vino delle illusioni. Cercando in esse rifugio e difesa. Ora riesco a vedere l’uscita. A mani giunte le dico: non ho più paura.

[Un dignitoso Silenzio]

Io vorrei che ogni cosa avesse quel giusto chiarore, quella continua e ricercata sincronia la cui assenza, delude. Io vorrei rappresentassimo la crescita che abbiamo fatto, non il declino che stiamo vivendo. Non la decadente offesa, la volgare allusione. Io vorrei che fossimo la prova vivente del percorso attraversato, non questa scivolata che le ossa frattura. Che la faccia sporca. Che l’affetto svilisce. Che le mani imbratta. Che la coda infuoca. Io vorrei che il rispetto fosse sigillo sulla bocca. Non pronunciare il tuo nome. In questo mi impegno. Un dignitoso silenzio. Dove la lingua al palato si salda. Un ricercato mutismo che l’animo illumina.

[Paradiso distrutto]

E’ nei miei violini il tuo grido. Sulle macerie di questo mio paradiso distrutto. Scheggia di un sole caduto. Nella mia estate distratta l’attento tuo sguardo il mio contorno disegna. A volte penso a un abbraccio che aspetta un ritorno piegando le braccia. Queste mie braccia che immagino sempre appese a altre braccia. Stringendo le mani. Mentre la sera sul volto si scioglie (violenta). Mentre nel petto ti porto (mio cuore distrutto).

[Celebration]

Mi hanno detto che ogni fine è l’inizio di una forza che compare. E oggi io e te abbiamo vinto. Oggi, abbiamo vinto. Vorrei ringraziarti così. Nel giorno del mio non compleanno. Come se fossi una goccia che scintilla. Limpida e vivida. Come un ricordo che non si estingue inseguendo in eterno la luce chiara del mattino, dove io ti respiro. Dove io ti raccolgo, celebrandoti. Ogni istante di questa mia vita che scivola. Rievocando il tuo sorriso che era un segreto che di mistero vibrava eppure, la sola certezza. Per poi custodirti e difenderti da chi non ci ha compresi, spingendoci dentro a un abisso. Ma ora io ho il tuo sorriso. E lo porto con orgoglio. Fiero d’averti addosso. Di essere il nome che per me hai scelto. Mi hanno detto che ogni fine è l’inizio di una forza che compare, e oggi io e te abbiamo vinto. Si, oggi, abbiamo vinto.

Tuo Difensore Eterno

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[Target]

Il bersaglio continuamente mancato sul tavolo di un sadico lancia coltelli. Questo io sono. Ho acquisito una tale destrezza a schivare le frecce dell’odio che lo faccio a occhi chiusi. Una bestia*. Questo tu sei. Una fiera furiosa che sbrana la propria vergogna.

*le bestie sono mosse dall’istinto, l’uomo dalla ragione; il pensiero è proprio atto della ragione, perché le bestie non pensano. (Dante)

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