Occhi dalla bellezza trafitti. Dallo stupore ingravidati. Lanterne del tuo limbo. Tutto vedi. Nulla ti sfugge. Neppure il miraggio. Faccio sogni troppo lucidi. I risvegli son sempre cadute che inghiottono. Faccia a terra. La finestra socchiusa rivela spiragli di luce tremenda. Che interrompe la torpida inerzia del mio lento ondeggiare. Lo smarrito mio sguardo dai sogni strappato diventa una supplica. Il violento richiamo del mondo feroce rifiuta. Solo l’immobile danza dell’ombra nel buio mi osserva. Solo la notte e l’immenso suo manto rifugio mi offre. Questo scheletro è simile a quello di un Cristo sul muro trafitto. Sull’immobile croce lo strozzato suo grido t’affligge. I vitrei suoi occhi nella pietà son riversi. Due pozze di nulla in mezzo all’abisso. Capo reclino su spalla sinistra. Tu che redimi i peccati del figlio. Tu che assolvi del mondo ogni colpa. Che il mio peccato col sangue si assolva. Che il mio peccato col sangue tuo scorra.