Quello che sono ha il mio nome.

Mese: Dicembre 2007

[Synopsis]

Il fatto è che per ricevere, occorre grandezza. Lo spazio dentro per accogliere. Pena il rischio di esplodere poi, di colpo, ferendoci gravemente.

Non ho mai compreso la tendenza che hai ad escludere il resto. Tagliare fuori così come se nulla fosse. Mi delude l’incapacità che hai di gestire le cose a cui tieni. Di essere coerente con le cose che dici, con le speranze che dai, coi sentimenti che esprimi. Quest’imprecisione nel suddividerti tra te stesso e gli altri. Questa negazione verso il mantenimento. Questo tuo sfuggire, renderti pietra, scappare via da tutto, diventare invisibile. Non lo capisco. Non ha alcun senso.

Ma è da te stesso che scappi? O solo da chi non ami abbastanza? O forse hai solo perso un po’ di vista la tua vita, per attingerne altra da un riflesso?

Sai.

La simbiosi è uno stato fantastico.

Ma bisogna stare attenti che l’organismo ospitante non diventi un parassita.

Che si nutre e prosciuga la tua stessa vita.

[Occhi Immensi]

Era solo un anno fa. Undici anni e gli occhi immensi. Sono altrove irraggiungibile. Introvabile. Scomparso dalla faccia della terra. E’  natale. Un natale. Senza festa. Senza addobbi. Senza dolci. Solo grandi occhi immensi. A guardarmi da lontano. In una foto. Senza tempo. Senza firma. Senza nomi. Un anonimo proiettile sparato nelle vene di una bimba senza festa. Ti immagino cercarmi nella stanza. Nel cassetto. Cercare il mio fantasma fra le pieghe del mio letto. Ti immagino guardarmi da lontano in una foto senza nomi. Senza tempo. Ti immagino guardarmi con i tuoi grandi occhi immensi. Sguardo attento. Mi cerchi e non mi trovi. Sempre assente. Introvabile infallibile nelle mie fughe, sempre assente. Non presente. Ti immagino guardarmi in una foto ad occhi aperti. Ti immagino frugarti dentro per trovare la risposta e non trovare niente. Correre da babbo e chiedergli –perché lui sta baciando un uomo?-. Non è niente. Il mondo va così. Ci ha sofferto tanto. Ma lui ti vuole bene. Undici anni e gli occhi immensi. Ti immagino guardarlo dentro agli occhi per cercare una conferma. Aggrotar le sopracciglia. Sguardo attento. Qualche ombra. Lo sapevo. Che qualcosa non andava lo sapevo. Immagino mio padre a raccontarle poi la vita. Annodarsi nei discorsi. Le molecole. I cromosomi. Il dna. Non è niente. Il mondo va così. Undici anni e gli occhi immensi. Ti immagino improvvisarti adulta. Crescere di botto. Trasformarti. Sferrare un colpo in tua difesa e poi nasconderti. Divenire consapevole. Minuscola e di colpo gigantesca. Riavvolgere. Diventare grande e poi scappare. Ti immagino triste e un po’ arrabbiata. Sfoderar piccole ali. Osservare. Sorridere. Racchiudere. Conservare. Elaborare. Esplodere. Partorire senza dolore. Vedo i tuoi grandi occhi immensi. Divorare tutto. Disintegrare attimi attaccati ad altri attimi. Feroci quanto i miei.

[Da me a Te]

Spiegarlo. o no.

io ora so, che se l’intenzione è pura, qualcosa arriva sempre.

Mi si son riempiti gli occhi.

Rigonfiato il cuore.

Quando me lo hai detto.

Quando ho compreso di esserti arrivato in fondo, e rimasto dentro.

Di aver trovato un posto dove stare.

Nel cuore di chi stimo.

E pur avendo perso molto, in qualche modo ho vinto.

Perché ho avuto l’enorme privilegio di scoprirti, di guardarti dentro.

Ed era esattamente lì dove volevo arrivare.

Lasciarti in dono qualcosa di me.

Qualcosa che potesse restare.

Perché in fondo è uno di quei casi eccezionali, dove la vittoria, sta nella sconfitta.

In una conclusione esemplare.

Che non è mai stata vera fine, ma continuità.

Che non ci ha chiusi dentro bolle di silenzio.

Eroicamente.

Sei riuscito a sorprendermi.

Tu sei per me la grandiosità, e la rivelazione.

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