Quello che sono ha il mio nome.

Categoria: riflessi nel buio Page 1 of 24

[…]

L’inverno, le giornate corte, il buio che t’inghiotte.
Ma tu resti dentro.

[Parentesi]

Spero anche stavolta di lasciarti senza fiato. Ma sento che è così. M’immagino al tuo posto e quasi mi commuovo svelando il mio minuscolo regalo. Ce la metto tutta per riuscire a regalarti delle parentesi sospese. Qualcosa che sollevi, almeno per un attimo, perché una vita senza sogni è un treno vuoto e senza direzioni.

[Click]

Chiudere a chiave serve a poco. Qualcuno ti spierà sempre dal buco della serratura. Bisogna vedere quanti scheletri nell’armadio si hanno. Io posso lasciare tranquillamente la porta aperta. Al massimo troverai qualche giochino fetish o un paio di film porno. Cose di routine. Io credo fermamente che chi chiude le sue porte abbia la coscienza sporca. Vedo tanta gente passare il tempo a lucidarsi fuori, trascurando il dentro. Vivere di un’identità inventata, fasulla e vuota. Difficilmente le persone sono come si presentano. Le parole. Un fiume riversato in un abisso.

[A Million Little Pieces]

E poi ritrovarsi davanti, a piangere insieme per una canzone. E’ l’emozione più forte che ho provato nell’arco di questa mia stupida vita passata a cercare emozioni più forti. Sulle note di un pianoforte alternato dai violini settembre ci avvolge così. Mi sento nudo, e so che provi questo anche tu. Perché questo momento l’abbiamo voluto e lottato tanto che tutto sembra irreale, la scena che stiamo vivendo, parlare dei nostri progetti, di come disporre i mobili, delle cose da comprare, degli annunci di lavoro, sulle note di una canzone che come un mantra ripete “you take me home, and keep me safe from harm”. Sarai qui. Fra pochi giorni. Ma è come se ci fossi già. La tua roba è già in salotto, chiusa negli scatoloni. Niente più treni. Niente più salti mortali per trovarsi. Non tutti quei chilometri da fare. L’emozione di un inverno in cui scaldarsi insieme. Il caffè del mattino. Ricominciare da zero. Riprovare a costruire insieme una vita che ormai era spezzata a metà. Inventarci un’idea per il nostro futuro, crederci in due. Sapendo che se uno crolla ci sarà l’altro a sollevarlo. Non sai quante volte mi sono sentito un estraneo qui dentro. Perché l’altra parte di me era altrove, e questa casa troppo grande e troppo vuota e io troppo minuscolo per occuparla tutta. E il suo silenzio di notte, tutte quelle volte in cui non ho dormito, fra tisane e improbabili rimedi. Sembra ieri, il giorno in cui per la prima volta ce lo siamo detti per gioco. Eppure eccoci qua. Contando i giorni come si contano aspettando qualcosa che sai non ti deluderà. Ho vissuto abbastanza da dirti che non saranno sempre rose e fiori, ci saranno anche momenti difficili e momenti in cui ci mancheranno gli spazi. Momenti di noia. Ma so che io e te siamo altrettanto grandi da riuscire a gestirli, sapendo che dimostrare di poterlo fare è la prova più grande. Ci saranno gli eventi, ci saranno lotte e sconfitte, discese e cadute, rotture di gambe. Abbiamo un milione di pezzi da rimettere insieme, ma so che saremo abbastanza forti da restare uniti, rialzarci, e riscrivere il nostro futuro.

“So I’m leaving this weary town.. I won’t lost another day”

“When I get drunk.. you take me home.. and keep me safe.. from harm”.

[In Alto]

C’è del terribile per me, in questi giorni. Ma tu mi stai tenendo sollevato in alto, tanto in alto che non sento il vuoto. Eppure se guardo sotto c’è, l’abisso. Pronto a inghiottirmi con denti taglienti. Non ho potere contro il passato. Con qualunque arma io lo affronti mi avrà per sempre sconfitto. Ma ho negli occhi il dono del presente a riempirmi di speranze.

[Per te]

Oggi ti ho cercata, ma non c’eri. Ti dedico questa perché ci ha legati, in un passato neanche troppo lontano. Se non fosse per un paio di foto che ho, mi chiederei se sei davvero esistita, se ci siamo mai incontrati. Mi mancherai sempre.

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