Gli attimi si dilatano come fossero labbra masturbate ad arte da dita che muovono archetti invisibili. Un assenza in cui non ritrovo qualcosa che possa vagamente assomigliarti.
[insegnami, in quest’ombra che avvolge, a guardarti negli occhi senza avere paura]
Senti il PIENO ed il VUOTO riempirti e svuotarti in istanti diversi e confusi, sincronicamente allineati. Cammini e ti perdi e ti trovi, da capo.
[Ho sentito da sempre che l’istante in cui ti ho voluto per la prima volta, era destinato ad espandersi. Ci sono cose che non si possono spiegare.]
Ti circonda di lui la presenza costante e sentita, qualcosa che esiste anche dopo che le luci si spengono. Ti terrò addosso comunque.
[Un istante che è esploso poi dentro una notte mi ha reso immortale. He’s my Vampire.]
Ne conseguirono abituali momenti a concludere tutto, sigillando i respiri di dentro.
[Baci che restavano addosso minuti lunghissimi. Un istante fu ancora più intenso del primo]
Quelli che avevi atteso sfuggendo da sguardi da non condividere con nessuno all’infuori di noi.
[Quegli istanti restavano addosso. Nei giorni a seguire]
Coi silenzi per nulla imbarazzati e poche parole che ancora avvicinavano.
[ho rubato un istante che tengo nel pugno. Non glie lo renderò mai]
Penso che in fondo la cosa più bella era portarlo nel palmo e sentirmi racchiuso nel suo.
[Non c’è istante che possa sostituire nemmeno in minuscola parte l’incanto di ciò]
Mi sembrava che fosse così da sempre. Se qualche volta ho camminato da solo ne avevo perduto il ricordo.
[Altri istanti che poi ho cancellato, ritenendo che in fondo, ne valesse davvero la pena]
Ho cercato sempre di guardarlo oltre gli occhi, perché è lì che volevo arrivare. E non smetterò mai.
[Quegli istanti che restano immobili. Dove non si respira. Da dove non si esce. Finché non sposti lo sguardo verso un punto lontano]
Volevo farlo sentire al sicuro con me. Volevo farlo sentire speciale.
[Altri istanti conservavo da parte. Pieni di stupore. Da sparargli a sorpresa. Quando non se lo sarebbe aspettato. Sono sempre stato un violento romantico]
C’è un istante che vibra più forte degli altri che colpisce dovunque tu sia. Guardi intorno e ti accorgi che manca.
[Quest’istante incastrato fra la gola e lo stomaco, brucia intenso e brutale.]
È un trasporto fortissimo.
E spiegarglielo in parte, non sarebbe abbastanza.