Quello che sono ha il mio nome.

Mese: Novembre 2007

[Ferocemente]

A Casa. Stremato da un viaggio sembrato infinito. Manco da un tempo non quantificabile. Tutto si è allargato di colpo. La percezione di ogni cosa. Del dentro. Dell’intorno. Della lontananza. Da me. Da te. Da tutto quanto. Della vicinanza. Di persone che sono state speciali per un giorno. Fondamentali. Intense. Vitali. Che spero restino intorno. Della mancanza. Di te. Che inevitabilmente si è espansa insieme al resto. Allargandosi all’interno di ogni vena. Fino a contorcermi. A strapparmi via. Come posso spiegarti. Che questo vuoto è incolmabile. Sono sicuro. Che un po’ lo senti anche tu. Una minuscola parte. Di quest’assenza che invade. Della distanza che crei. Questi anni luce lontani si sentono. Ferocemente.

…Come posso spiegartelo…

[Arrivi e Partenze]

Ho visto dozzine di volti svanire nel niente. Vite in arrivo e immediate partenze. Promesse schiantarsi contro muri invisibili. Io sono sempre stato qui. Ho visto intorno la gente cambiare. Proclamare vittorie o sconfitte. Bocche prendere a morsi se stesse. Atti di guerre che non ho mai compreso. Quando non c’era nessuno in attacco. Niente da cui difendersi. Ho sentito più volte la sensazione di un distacco. L’amarezza di un abbandono. La perdita. La separazione. Le conseguenti fuoriuscite di sangue. Gli spari alle ginocchia. I punti di sutura. Il doverti rialzare a tutti i costi. Anche quando le gambe non riescono. La lenta evanescenza del calore nel momento in cui il freddo è più pungente. Tutto il silenzio che non avevi chiesto. Che non hai mai voluto. Tutte quelle cose che non hanno una ragione. Che non riesci a spiegarti. La richiesta. La necessità. L’aria che ti manca sempre. Quando tutto sembra uguale a niente. Quando non ti riconosci. Quando nulla ti assomiglia. No, non mi accontenterò dell’incertezza. Voglio qualcosa che resti attaccato alla pelle. Che non evapori. Che non si sciolga. Che doni ossigeno. In quest’anossia emozionale. Liquido amniotico. Nel ventre pieno di male.

Ho dormito fino alle 20.10. Sono strafatto da fare schifo.

Ti penso da quando ho aperto gli occhi.

Potessi solo anestetizzare il cuore.

Fanculo la quiete.

Fanculo.

[Per un Momento]

Per tutto il tempo in cui sono rimasto lucido, ieri. E poi, tra un sorso di vodka ed un bacio qualsiasi, dal primo leggero vaneggiare fino al completo svanire. Finché le luci non si sono spente, ricordo, di aver pensato sempre:

non esiste nel contorno, qualcosa o qualcuno, che possa vagamente assomigliarti.Tant’è stato intenso, che, credo di aver pianto.

Solo per un momento.

[A Bloody Broken Voodoo Doll]

Gli attimi si dilatano come fossero labbra masturbate ad arte da dita che muovono archetti invisibili.  Un assenza in cui non ritrovo qualcosa che possa vagamente assomigliarti.

[insegnami, in quest’ombra che avvolge, a guardarti negli occhi senza avere paura]

Senti il PIENO ed il VUOTO riempirti e svuotarti in istanti diversi e confusi, sincronicamente allineati. Cammini e ti perdi e ti trovi, da capo.

[Ho sentito da sempre che l’istante in cui ti ho voluto per la prima volta, era destinato ad espandersi. Ci sono cose che non si possono spiegare.]

Ti circonda di lui la presenza costante e sentita, qualcosa che esiste anche dopo che le luci si spengono.  Ti terrò addosso comunque.

[Un istante che è esploso poi dentro una notte mi ha reso immortale. He’s my Vampire.]

Ne conseguirono abituali momenti a concludere tutto, sigillando i respiri di dentro.

[Baci che restavano addosso minuti lunghissimi. Un istante fu ancora più intenso del primo]

Quelli che avevi atteso sfuggendo da sguardi da non condividere con nessuno all’infuori di noi.

[Quegli istanti restavano addosso. Nei giorni a seguire]

Coi silenzi per nulla imbarazzati e poche parole che ancora avvicinavano.

[ho rubato un istante che tengo nel pugno. Non glie lo renderò mai]

Penso che in fondo la cosa più bella era portarlo nel palmo e sentirmi racchiuso nel suo.

[Non c’è istante che possa sostituire nemmeno in minuscola parte l’incanto di ciò]

Mi sembrava che fosse così da sempre. Se qualche volta ho camminato da solo ne avevo perduto il ricordo.

[Altri istanti che poi ho cancellato, ritenendo che in fondo, ne valesse davvero la pena]

Ho cercato sempre di guardarlo oltre gli occhi, perché è lì che volevo arrivare. E non smetterò mai. 

[Quegli istanti che restano immobili. Dove non si respira. Da dove non si esce. Finché non sposti lo sguardo verso un punto lontano]

Volevo farlo sentire al sicuro con me. Volevo farlo sentire speciale.

[Altri istanti conservavo da parte. Pieni di stupore. Da sparargli a sorpresa. Quando non se lo sarebbe aspettato. Sono sempre stato un violento romantico]

C’è un istante che vibra più forte degli altri che colpisce dovunque tu sia. Guardi intorno e ti accorgi che manca.

[Quest’istante incastrato fra la gola e lo stomaco, brucia intenso e brutale.]

È un trasporto fortissimo.

E spiegarglielo in parte, non sarebbe abbastanza.

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