Quello che sono ha il mio nome.

Mese: Dicembre 2009

[Tessitore di Sogni]

Sei il mio ricordo sulla neve che non ha sfondo e non ha contorno, ma si distingue strappandomi via, dal passato al presente. Un giorno mi verrai a cercare. Al disciogliersi di questa neve. Un giorno mi verrai a cercare. Ma io sarò sempre altrove. O forse non ci incontreremo mai. Beffardo fu per noi il destino.

La cenere rimasta nel camino, riscalda col tepore le tue mani. Ma un debole ed instabile calore, non scioglierà l’inverno dentro te.

Non so distinguere il vero dal falso, sono solo un abile inventore di ipotesi, un tessitore di sogni. Nella mia casa di cartapesta.

[Residui]

E l’alba scivolò lenta nella stanza, ai bordi del letto la coperta disfatta. le tracce di te, del tuo passaggio i residui plastici di una cena frugale, i bicchieri vuoti e le posate sporche, tutto era fissato e confuso in questo ritratto. La nebbia di fumo nella stanza. Le cicche spente, con fretta, evanescente pestilenza. L’amaro in bocca. E i fogli strappati dai quaderni, pensieri appuntati e distorti, le tende abbassate alle finestre, gli scuri chiusi, a pararmi da una volgare luce viva e pulsante. Di panorami nauseabondi. Su questa debole carne. I resti del massacro.

[Proiettili]

Io non credo che tu sia nella posizione di potermi chiamare codardo. Perché ho avuto sempre le palle di dire le cose in faccia, nel bene e nel male. E di mettermi sempre in discussione senza tirarmi mai indietro. Senza mai una sola volta ritrattare sul prezzo. Sono nato per questo. Tu non hai la vaga idea di quanto coraggio ci voglia nel non far beffa delle proprie emozioni. Tu, il mio coraggio, lo puoi solo leccare. Buonanotte.

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