EXOGENESIS

Quello che sono ha il mio nome.

[Coperte e Cuscini]

L’idea di un nuovo inizio che ci attende insieme è ciò che rende sopportabile il sentire ogni giorno il peso della fine. Toglieremo insieme le macerie e ci costruiremo sopra il nostro spazio accogliente pieno di coperte e cuscini dove tuffarci e mille angoli dove mettere le nostre cose. E poi finalmente né orari né treni da prendere, né sveglie da rimettere per timore di perderli.

[Un biglietto di sola andata]

Raccontarci non sarebbe abbastanza. Siamo due pianeti sospesi nel tempo, in assenza di gravità. Dovrei raccontare del fiato che ogni volta trattengo aspettando il mio treno, dovrei raccontare ogni strappo, ogni volta che ti allontani, ogni volta che vado via. Dovrei dire di ogni volta che la tua sveglia suona, alle cinque del mattino, e io dal tuo letto ti guardo mentre ti vesti, la dolcezza di quando mi rimbocchi le coperte, e poi ti dico “resta qui” e tu mi rispondi sorridendo, “non si può”. Dovrei raccontare di quanto mi piace guardarti, catturare i tuoi gesti, scolpirmeli dentro. Dovrei raccontare di come da quando ci siamo conosciuti la nostra esistenza si sia ridimensionata e allargata, e di quanto questo percorso intrapreso ci abbia fatti crescere, e in noi abbia infuso nuova energia per cambiare. Dovrei raccontare di quanto la tua presenza mi faccia sentire a casa, e sentire ogni volta che è con te la mia vita, e non altrove. E dovrei parlare di quanto mi uccide saperti afflitto, provato e stanco, dalla vita che per te ha scelto. E di quanto vorrei prendermi addosso il peso delle tue giornate, solo per darti sollievo. E di quanto sia importante regalarti una risata, strapparti un sorriso spontaneo e sincero. E di quanto mi sento bene quando ci riesco. Spero che presto non ci siano più treni da prendere al volo, non più corse a perdifiato, ma solo una continua partenza, senza nessun arrivo.

Perché arrivare è fermarsi. E io voglio che sia un viaggio continuo.

Io voglio non dover mai dire di essere arrivato.

[Who’s the next?]

Potrei dire che la verità fa MALISSIMO, quel momento in cui diventi uno specchio, e sveli gli altri per ciò che sono davvero. A volte noi specchi diventiamo violenti. E vediamo dinnanzi a noi le facce più inorridite, le arrampicate più improbabili, le schivate più viscide. Poi meschine ripicche. Ma per quanto tu possa celarti non sfuggi a uno specchio, poiché esso conosce di te ogni più oscuro rifugio. La paura del vuoto diviene terribile. Ci si aggrappa a ogni cosa ci appaia d’intorno, poi la mente dipinge illusione. Ci si iscrive a una chat, ci si aggrappa al passato, ci si tuffa in un letto, nell’intento di riempire quel vuoto che ci sembra incolmabile. Per convincerci di essere veri, reali. Per sentirci più vivi. Per non farci più schifo. Per scoprire che tutto poi ci riporta all’inizio del ciclo. Si riprende fiato. Si trattiene. Poi si lascia andare. La peggior sfortuna che un uomo possa avere è l’essere vigliacco. Who’s the next?

[Castelli di Plastica]

Fuori dalla porta c’è il caos. Per questo ho bisogno di uno spazio maniacalmente ordinato dove adagiare i pensieri. La gente grida, i bambini corrono, il traffico sfreccia, la vita fa rumore. Ed io ho bisogno che tutto qui dentro sia perfettamente disposto e ordinato. Altrimenti anche i miei pensieri si spostano. Ed io mi perdo con essi. C’è chi vive d’invadenti apparenze in castelli di plastica. Non vi manca terribilmente la sostanza? Il contatto con la vostra interiorità? Non siete stanchi di bruciare incensi e spruzzare deodoranti per ambienti?

[Quotidianità]

Conservo i tuoi messaggi più usuali, di modo che rileggendoli io ti possa vedere nella tua quotidianità, quando sei in posta o in lavanderia, quando mi scrivi delle tue giornate di lavoro o delle faccende di casa, so quanto in quei momenti ci si senta soli, per questo io ti sento più vicino, e con il mio pensiero ti accompagno sempre. Quando li leggo gioisco dei tuoi sforzi e del tuo impegno, e a volte soffro per la tua pigrizia. Ciò che accade nello straordinario è un riempimento temporaneo, ma è nell’ordinario che i nostri vuoti ci inghiottono.

[Onde H]

Deserti di cemento. Cuori di città. Rumori di fondo. Voci incomprensibili. Grida di condanna. Capo reclino in avanti. Ombra che muore calpestata. Il peso dell’invisibile. Immagini sfuocate. Gli aerei che precipitano. Fuoco che divora immagini. Sensazione di morire. Gli alieni in mezzo agli uomini. I morti in mezzo ai vivi. I gay in mezzo agli etero. Le categorizzazioni. Le scissioni nelle scissioni. Le suddivisioni numeriche. Le appartenenze sociali. Le guerre e i bombardamenti. Nel male c’è sempre un po’ di bene. Nel bene c’è sempre un po’ di male. Il cuore che batte. La testa un incudine. La gente che ride. La gente che vive. Un corpo che non appartiene. Un mondo che non appartiene. Restare al riparo. Ridurre il dolore. Voglia di gridare. Occhi che non piangono. Le benzodiazepine. Tremare di paura. L’impotenza di una farfalla. Un palloncino trafitto d’aghi. Chiudersi dentro l’armadio. Un funerale in marcia nell’anima. Le ore prima di dormire. I consigli per fare acquisti. I bombardamenti pubblicitari. I secondi che diventano ore. Quei risvegli violenti. Lame che incidono pelle. Colpi di frusta. Ferite da medicare. La pelle rialzata. La freddezza del marmo. La luminescenza di un’anima. La poca forza nelle gambe. Il sentirsi anormali. Il debito karmico. La nausea e i dolori di stomaco. Rifugiarsi sotto le coperte. L’agorafobia. La ricaptazione della serotonina. I bombardamenti neurali. Il pensare a mente lucida. Gli spessori non misurabili del silenzio. L’ossessione della perfezione. Le mastoplastiche additive. L‘epilazione laser. I trapianti monobulbari. Un metronomo che batte il tempo di una fine. Le sigarette fumate di fretta. La freddezza dell’esistenza. La gente in motorino sotto la pioggia. Gli ombrelli aperti. L’asfalto dipinto di grigio. I tramonti coperti di nuvole. La continua ricerca di calore e affetto. L’incoerenza con sé stessi. Le persone senza ideali. L’impermanenza di tutti i fenomeni. La vacuità delle cose. L’illusione di amare. Il miraggio di esistere. Il sapore amaro della sconfitta. Le repressioni emozionali. L’amore non espresso. I sentimenti non corrisposti. I meriti non riconosciuti. Le accuse ingiuste. La superficialità. Il mondo che gira intorno a sé stessi. La liberalizzazione. La globalizzazione. I termini mediatici. I campi elettromagnetici. Le microonde. I buchi neri. L’anticristo. Le onde anomale. Le pressioni psicologiche. I ricatti morali. I corpi perfetti sulle copertine. I cibi transgenici. I prodotti biologici. L’amianto. I treni che deragliano. Il surriscaldamento globale. La continua ricerca del benessere e dell’equilibrio. Le correlazioni istintive. I freni inibitori. L’evidenza delle onde H. Le aritmie sinusali. Lo spettacolo luminescente delle droghe. Lo sballo del sabato sera. La testa che vortica. Le allucinazioni. L’ondeggiare di ogni cosa. La soppressione indotta delle inibizioni. L’amore artificiale. La fame chimica. Le cellule cerebrali. La dipendenza psicologica. La dipendenza fisica. La lenta morte dell’anima. Il rallentamento delle attività psicomotorie. Il senso della misura. Il crollo serotoninergico. I ponti neurali. La sicurezza in se stessi. Gli squilibri ormonali. Il temperamento ciclotimico. Le tempeste citochiniche. I residui embrionali. La bomba atomica. Il buco nell’ozono. L’avvicinarsi del sole alla terra. Le rivelazioni. La soglia del dolore. Le profezie di Nostradamus. I fermenti lattici vivi. Le scorie nucleari. L vita in eurovision.

Page 2 of 24

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén