Ho visto dozzine di volti svanire nel niente. Vite in arrivo e immediate partenze. Promesse schiantarsi contro muri invisibili. Io sono sempre stato qui. Ho visto intorno la gente cambiare. Proclamare vittorie o sconfitte. Bocche prendere a morsi se stesse. Atti di guerre che non ho mai compreso. Quando non c’era nessuno in attacco. Niente da cui difendersi. Ho sentito più volte la sensazione di un distacco. L’amarezza di un abbandono. La perdita. La separazione. Le conseguenti fuoriuscite di sangue. Gli spari alle ginocchia. I punti di sutura. Il doverti rialzare a tutti i costi. Anche quando le gambe non riescono. La lenta evanescenza del calore nel momento in cui il freddo è più pungente. Tutto il silenzio che non avevi chiesto. Che non hai mai voluto. Tutte quelle cose che non hanno una ragione. Che non riesci a spiegarti. La richiesta. La necessità. L’aria che ti manca sempre. Quando tutto sembra uguale a niente. Quando non ti riconosci. Quando nulla ti assomiglia. No, non mi accontenterò dell’incertezza. Voglio qualcosa che resti attaccato alla pelle. Che non evapori. Che non si sciolga. Che doni ossigeno. In quest’anossia emozionale. Liquido amniotico. Nel ventre pieno di male.

Ho dormito fino alle 20.10. Sono strafatto da fare schifo.

Ti penso da quando ho aperto gli occhi.

Potessi solo anestetizzare il cuore.

Fanculo la quiete.

Fanculo.